Pecora Sopravissana

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Pecora Sopravissana

Montone e pecora sopravissani

Pecora Sopravissana

Ovis aries L.

RISCHIO DI EROSIONE Minacciata

DESCRIZIONE E CENNI STORICI Negli ultimi anni del 1700 al Cardinale Adani (papato di Benedetto XV) vennero regalati degli arieti Merino Rambouillet (selezione francese della Merinos) che il cardinale Lante della Rovere, amministratore dei beni rustici papalini, mandò a monticare sull’Appennino marchigiano (Monte Bove) nelle zone di Visso, Ussita, Castel S. Angelo, dove era allevata l’Appenninica detta in loco Vissana, popolazione tenuta in grande considerazione dai papi soprattutto per il rifornimento di carne alla città di Roma. Gli incroci attuati tra arieti Merinos Rambouillet e pecore vissane dettero origine alla Sopravissana. Il ricorso all’incrocio si concluse attorno agli anni 1820-30 per opera del Piscini e del Rosi. Il primo standard di razza è stato approvato con D.M. del 12 Giugno 1942.

ZONA TIPICA DI ALLEVAMENTO L’area di allevamento era tradizionalmente estesa dalle Marche, all’Umbria, al Lazio, alla Toscana e all’Abruzzo con un massimo numerico di circa 1 milione di capi.

UTILIZAZZIONE GASTRONOMICA La produzione di carne è data soprattutto dal famoso “abbacchio romano” (agnello allattante macellato a 3-4 settimane ad un peso vivo di 13-14 kg e 7-8 kg morto) che viene cucinato secondo diverse modalità in relazione al taglio (coscio, spalla, costato, ecc.). Il formaggio tipico è il “pecorino romanesco” che può essere consumato mediamente stagionato o stagionato, in quest’ultimo caso è assai apprezzato quale particolare condimento della pasta. Nelle Marche la Sopravissana risulta essere ancora a preminente attitudine alla produzione di carne e di lana con una piccola utilizzazione del latte per la produzione del Pecorino dei Sibillini.