Mela Ruzza

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Mela Ruzza

Mela Ruzza

Mela Ruzza

Malus domestica Borkh

RISCHIO DI EROSIONE Elevato

DESCRIZIONE Si tratta di una varietà diffusa nel Centro Italia, in particolare in Toscana, ma anche nelle Marche e in Abruzzo. Il nome è legato alla caratteristica dei frutti di avere la buccia interamente (o quasi) ricoperta da rugginosità. I frutti sono di piccole dimensioni e forma obloide. La raccolta avviene ad ottobre.

CENNI STORICI Si tratta di una varietà diffusa nel Centro Italia, in particolare in Toscana, ma anche nelle Marche e in Abruzzo. Il termine ruzza non compare infatti nei dizionari se non associato a specifiche valenze semantiche. Nel suo significato primo e nella sua forma sostantivata la voce ruzza è da intendersi quale sinonimo di ruggine. In gergo agronomico è poi utilizzata per indicare tutta una serie di fitopatologie, provocate da funghi parassiti, che si manifestano con la comparsa sulla pianta di macchie rossastre [RizzoliLarousse, Enciclopedia Universale, vol. XIII; Bosco U., Lessico Universale Italiano di Lingua, Lettere, Arti, Scienza e Tecnica, Istituto della Enciclopedia italiana, Roma, 1968: 460]. Entrambe le voci derivano dal latino aerugo-aeruginis (verderame) e da aes-aeris (rame) per passare al volgare (ae)rugia(m) ruggia-ruzza, aerugine(m), giungendo poi alla prevalente funzione aggettivale cui si ricorre per indicare una specifica colorazione: ruggine, appunto, associata a svariati manufatti oppure alla buccia di alcune specie fruttifere (mele, pere con la buccia color ruggine). Tale consuetudine linguistica è più limitata rispetto all’uso della voce sinonima Roggio/a: “che ha colorazione rossa o rossastra, rosso scura, mattone o ruggine […] In particolare che ha la buccia color ruggine (una varietà di mele e di pere)” [Battaglia S., Grande Dizionario della Lingua Italiana, Unione tipografico-editrice Torinese, Torino, 2000]. Questo sinonimo pare sia da ritenersi più “adeguato” e compare con maggiore frequenza nei testi linguistici, laddove se ne specifica l’identificazione con i suddetti frutti. In base alle diverse fonti analizzate è possibile ipotizzare una prevalenza della versione ruzza per ruggine circoscritta alle regioni Centro-meridionali, in particolare Marche, Umbria e Lazio; mentre al Settentrione ed in Toscana sembrerebbe prevalere la più “consona” forma roggia, quasi esclusivamente utilizzata nelle classificazioni e descrizioni dei botanici, dove scarsi sono i riferimenti associati all’attributo ruzza. Nello specifico del contesto umbro, il termine ruzza è tra le voci tradotte nel dizionario del dialetto folignate di Bruschi, dove si precisa: “ruzza [area] sf 1) irrequietezza, 2) ruggine, 2) varietà di mela” [Bruschi R., Vocabolario del dialetto del territorio di Foligno, Università degli Studi di Perugia (Istituto di Filologia Romanza), Perugia, 1980: 327]. Ad ogni modo, in Umbria è altrettanto diffuso il termine roggia, come dimostrano gli studi effettuati negli archivi della famiglia Bufalini di San Giustino, dove nel 1750 si registra: “le mele nell’anno passato furono quatro e più some e io hebbi solamente una soma di mele e anche un canestro di mele roggie” [Dalla Ragione I., Tenendo innanzi frutta, Petruzzi Editore, Città di Castello, 2009: 130; Mercati E., Giangamboni L. (cur.), L’archivio e la biblioteca della famiglia Bufalini di San Giustino. Inventario e catalogo con ristampa aggiornata e integrata dell’inventario di Giustiniano Degli Azzi Vitelleschi, Soprintendenza archivistica per l’Umbria, Perugia, 2001].

ZONA TIPICA DI PRODUZIONE Questa varietà è diffusa in diverse parti dell’Umbria senza poter individuare, ad oggi, un areale circoscritto. Esemplari sono diffusi a Città di Castello come anche nei Comuni di Foligno e Cascia.

UTILIZZAZIONE GASTRONOMICA Varietà da consumo fresco, caratterizzata da discreta conservabilità post raccolta sia in fruttaio sia in frigorifero.


Testi tratti da “Schede Registro Regionale delle risorse genetiche autoctone della Regione Umbria”

Aziende che custodiscono questa risorsa